
Cambiare vita trasferendosi all’estero – vado a vivere in Thailandia
Per la nostra rubrica del cambiamento, oggi conosciamo Marta Pellegrini, in arte @marta_domaniparto , expat italiana in Thailandia.
- Vivi in Thailandia da un po’ ormai. Ti va di raccontarci com’è nata l’idea di trasferirti qui e riassumerci brevemente la tua esperienza e di sottolineare pro e contro del vivere in Thailandia?
Vivo in Thailandia con mia figlia da quattro anni. La mia avventura thailandese è nata perchè avevo bisogno di cambiare vita, di fare un salto nel buio. Ho scelto la Thailandia perchè li ho trovato una situazione lavorativa interessante e ho sempre amato l’Asia da quando ci ho messo piede la prima volta 20 anni fa.
Viverci non è come viaggiare, ci sono molti pro e contro. Il popolo thai è molto particolare, le differenze culturali si fanno molto sentire nonostante io apprezzi moltissimo i loro usi e costumi.
- Nell’immaginario collettivo espatriare significa preparare lo zaino e partire all’avventura, nella realtà si finisce invischiati nella burocrazia del paese ospitante e si combatte per un visto. Ci racconti il tuo percorso verso un visto permanente per il tuo paese ospitante?
Avere un visto lavorativo è fondamentale, così come un permesso di soggiorno. Nell’immaginario comune andare a vivere in Thailandia è un gioco da ragazzi, all’atto pratico non è così: la burocrazia è folle e gli aspetti culturali influenzano questo processo più di quanto si pensi.
Sono partita dall’Italia con una proposta di lavoro e un’assunzione; tuttavia sono arrivata in Thailandia con un visto turistico – della validità di un mese – e una volta li mi sono occupata delle pratiche per ottenere il visto lavorativo. Dopo sei mesi, decine di documenti e diverse uscite dal paese al fine di rinnovare il visto turistico, ho finalmente ottenuto il mio visto lavorativo: non immigrant b, un visto che permette di condurre business in Thailandia.
Esistono diversi tipi di visto lavorativo in base al campo in cui si lavora.
- Di cosa ti occupi al momento? Facevi lo stesso lavoro in Italia?
Io gestisco un piccolo resort a Phuket e da circa due anni ho aperto un’agenzia viaggi specializzato in viaggi di gruppo per sole donne che non si conoscono. Mi occupo inoltre di consulenza e assistenza online per pianificare viaggi in Thailandia.
In Italia ho sempre lavorato nel turismo, hotel, tour operator. L’hospitality è parte del mio percorso.
- Domanda a bruciapelo: torneresti in Italia? Cosa ti manca di più del nostro paese? Perchè hai deciso (o magari è solo successo non lo hai deciso) di andartene?
L’Italia non mi manca perchè amo vivere in Thailandia! Mi piace tutto: il cibo, il clima, lo stile di vita. Un giorno tornerò ma più per mia figlia che per me.
Dell’Italia mi manca il cibo e l’autenticità di certi sapori; ad esempio da brava toscana mi manca l’olio extra vergine d’oliva. Quando torno in Italia faccio grandi scorte che, insieme all’abitudine per questa mancanza, mi aiutano a sopravvivere.
- Sei expat da anni ormai, hai avuto modo di saggiare con mano entrambe le facce della medaglia. Facendo tesoro della tua esperienza di vita sapresti dare cinque consigli a chi è in procinto di mollare tutto e partire?
Sono un’expat da oltre sei anni ormai. Ho vissuto a Malta per due anni e da quattro sono in Thailandia.
- pensaci molto bene focalizzandoci su ciò che vuoi fare
- Visita il paese dove vuoi trasferirti per capire quali siano i pro e i contro di questa scelta (molti arrivano alla scoperta, senza un’idea realista di cosa li aspetta e finiscono per andar via dopo pochi mesi piuttosto delusi)
- Una volte arrivati: adattarsi alla cultura e allo stile di vita locale
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